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The “Hospital of Bigallo" is a medieval structure of welcoming the pilgrims and the sick along the way from Florence to Arezzo, (the Tuscan word "hospital " is derived from the Latin hospitalis – hospitality). It has retained its vocation for many centuries, although progressively reduced mainly by the presence of convent. It 's a unique complex, for its history and for the meaning that it still holds in its strong relationship with the landscape that surrounds it. The integrity of the architecture is still readable and the building can not be separated from the environmental system that revolved around it: the fount, the system of capture water for irrigation and hospital and social services, the garden. The garden (about 6,000 square feet) now made ​​up of olive and fruit trees, is a walled garden - orchard, presumably developed from the small flat rectangle placed at the lowest level to grow on some shelves with traditional terraced stone walls to the natural limits of the road. The monumental complex has been the subject of three successive phases restoration: the first (2000) as a result of special funding related to the Jubilee, the second and the third, (completed in 2004), made ​​with regional funding. In keeping with the original spirit of the place, the restoration made the reactivation of the Hospital of Bigallo which accommodation (hostel) for the reception of modern pilgrims passing from Florence. In 2007 a further study promoted within the Project Rural Med "Landscapes of contemporary rurality" aimed at recovering the garden. The project is a poetic conception which proposes the idea hortus conclusus (reliable sources on Bigallo are missing) with the introduction of plant species typical of the medieval period in the flowerbeds of herbs, aromatic and food as suggested by Hildegard of Bingen and with the introduction of trees in the same way as indicated by the abbot Reicheneau for the St. Gallo Abbey. It has been realized only the part of medicinal herbs in the nearest part of the building, a series of rectangular raised flowerbeds (size of 1.20 meters to 9.30) and edged with a trellis in chestnut.

Medievale struttura di accoglienza di pellegrini e malati lungo la via Aretina, lo “Spedale del Bigallo” (la parola toscana “Spedale” deriva proprio dal latino hospitalis - ospitalità) ha mantenuto questa sua vocazione per molti secoli, sebbene progressivamente ridotta soprattutto dalla presenza del convento. E’ un complesso unico nel suo genere, per la sua storia e per il significato che esso ancora oggi riveste, nella sua relazione forte con il paesaggio che lo circonda. L’integrità dell’impianto architettonico è ancora leggibile e l’edificio non può essere disgiunto dal sistema ambientale che vi gravitava attorno e dal quale traeva la sua ragione di esistere: la Fonte Viva e il sistema di cattura delle acque per l’irrigazione, per i servizi dell’ospedale e per i servizi sociali che si praticavano come il bucato, ma soprattutto non può essere separato dall’orto-frutteto. Il giardino del Bigallo, circa 6.000 metri quadrati di orto-giardino-frutteto murato, che si è presumibilmente sviluppato a partire dal piccolo rettangolo pianeggiante posto al livello più basso per crescere poi su alcuni ripiani terrazzati con i tradizionali muri a secco fino ai limiti naturali della strada, è oggi costituito da olivi e alberi da frutta.

Il complesso monumentale è stato oggetto di tre successive fasi restauro: la prima, conclusa nel 2000  a seguito di finanziamenti straordinari legati al Giubileo , la seconda e la terza, concluse nel 2004 e realizzate con finanziamenti regionali. In sintonia con lo spirito originario del luogo, il restauro ha visto la riattivazione dello Spedale del Bigallo quale struttura ricettiva (ostello) per l’accoglienza dei moderni pellegrini di passaggio da Firenze.

Nel 2007 è stato condotto un ulteriore studio promosso all’interno del Progetto Rural Med “I paesaggi della ruralità contemporanea” finalizzato al recupero dell’orto-giardino. Il progetto è una ideazione poetica che ripropone l’idea dell’hortus conclusus, non avendo a disposizione fonti certe sulla sua organizzazione, con l’introduzione di specie vegetali proprie del periodo medioevale sia nelle aiole di erbe officinali, aromatiche e alimentari secondo quanto suggerito da Ildegarda di Bingen - nel cui erbario sono indicate virtù e poteri di ogni specie vegetale oltre che le loro qualità farmacologiche - sia nell’orto frutteto con l’introduzione di alberi alla stregua di quanto indicato dall’abate di  Reicheneau nel piano dell’Abbazia di San Gallo. E’ stata realizzata solo la parte del giardino delle erbe officinali nella parte più vicina all’edificio, una serie di aiole rettangolari rialzate e bordate con una graticciata in castagno, di dimensione di 1,20 metri per 9,30 (in riferimento alle proporzioni indicate dal Landsberg).

 

Location: Bagno a Ripoli, Toscana, Italia

Date: 2000- 2007

Team: arch. R. Micarelli (restoration of the building), arch. A. Valentini, dott. Silvia Martelli (garden)

 

Restauro del complesso

del Bigallo

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